sabato 2 giugno 2012

Erano bei momenti

Se devo essere onesto, mi mancano.


P.

             

sabato 11 dicembre 2010

Be happy

as long as you can.

P.

Who/What/Why/Where

Chi sono? Cosa sto facendo qui? Perché tutte queste persone mi sono così distanti, e mi sento così distante da loro? Da tutti? Non faccio parte di questo mondo. Perché mi ostino a cercare di farne parte? Così dopo è ancora più dura rendersi conto che si è come olio e acqua, che sei respinto ed è naturale che sia così. Perché sono olio e tutto il resto del mondo è acqua?

P.

domenica 17 ottobre 2010

Sto diventando Comunista.

Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che «vivere vuol dire essere partigiani». Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. [...] Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? [...] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

P.

mercoledì 29 settembre 2010

Sbronza da cani

Oh guardate, so che non succederà mai, so che è più probabile che vengano gli alieni e se lo portino via, che l'Inter vinca le prossime 2 champions consecutive, che Belen me la offra su un piatto d'argento circondata di panna montata e fragole (nel qual caso rifiuterei: no grazie sono già impegnato). Però se, e ripeto se, e quando, ripeto quando, il nano verrà condannato e interdetto perpetuamente dai pubblici incarichi, ecco, quella sera, prendo su chiunque sia disposto a riportarmi a casa cadavere e ne prendo una, ma dico una, che se non vado in coma etilico sarà un miracolo. Giuro.

P.

venerdì 20 agosto 2010

Voglio diventare qualcuno

Voglio diventare qualcuno, merda!

P.

martedì 17 agosto 2010

Odi et odi

Oh sto diventando un vecchio rincoglionito rompiballe. Non sopporto più la gente, nessuno. Vedere la gente in giro mi irrita, sarà perché non sono quasi mai in giro. Mi fanno incazzare i discorsi vuoti degli altri, ma mi fanno anche incazzare i discorsi vuoti che sono costretto a fare per cordialità. Così mi diverto a fare lo stupido, anzi a mascherare da discorsi stupidi discorsi intelligenti, così mi sento superiore alla conversazione e magari passo anche per stupido, che non è mai un male. Mi stanno sul cazzo quelli che ci provano con le tipe, che magari non le conoscono neanche. Mi stanno sul cazzo una lista quasi infinita di comportamenti stereotipati, ormai incancellabili. I baci sulle guance quando ci si incontra, soprattutto (e speriamo solo) con una ragazza. Fare gli auguri su facebook anche se non te ne frega un cazzo a quelli a cui li fai, o se quelli a cui li fai, non gliene frega un cazzo, anzi magari sarebbe meglio che non glieli facessi, così entrambi convinti di continuare ad ignorarsi e meglio così forse. Guardare le tette delle ragazze sedute al tavolo di fronte al tuo, e lanciarsi occhiate ammiccanti. Penso che il sesso, latente o meno, e tutti i comportamenti sessuali siano la rovina di una società seria e un minimo dignitosa. Pensare alle persone solo in rapporto a te, a quello che ti possono dare, a come le puoi usare, cosa ci puoi fare. Basta mi ritiro in un eremo a fare matematica.

P.

domenica 18 luglio 2010

Idealista

Boh io mi sembra che sia molto più bello e utile essere un idealista, con un ideale bello, con un punto luminoso a cui guardare, anche in fondo non è luminoso, per noi è luminoso e ci guida, piuttosto che un gretto materialista che guarda solo all'utile immediato, al domani ma non al dopodomani. Perché così tu guardi più lontano, e chi guarda lontano può vedere più cose, anche se magari quelle vicine le nota meno.Perché dobbiamo guardare le stelle, e non dove mettiamo il piede. Tanto il piede nove su dieci lo mettiamo sul sicuro. Perché voglio avere miti, ideali e idoli. Perché è tutto quello che mi manca nel non avere una religione.



P.